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Unas cuantas personas sentadas en las mesas esperan a que empiece el concierto mientras charlan entre caña y birra.
Fusió 36 comienzan a sonar. Primero algunos temas propios de siempre: Brumoses Etereas, Omar, Dut Duei, salpicados de pequeños textos leidos por Roger o Joel.
Una pequeña impro con aires jamaicanos (Naya Bingui!!) sirve para presentar a la banda y dar paso a la segunda parte.
Una versión de Spain (Chick Corea), deconstruido a nuestra manera particular. A continuación un tema propio de ritmo trepidante, Que Sí!, seguido de una versión del tema de Path Metheny, Beat 70, que nos hace ganar la etiqueta de Latin Jazz ;-) Para terminar, Quan No Hi Foreu, nuestro "hit", con su estribillo pegadizo y sus amalgamas imposibles.
Fusió 36 empieza a sonar y el repertorio ya alcanza la hora de duración. Hay que tocar!!
Voodoo in Venice! Con la straordinaria parttecipazione del Maestro Famoudou Konate
info su Facebook : Evento VOODOO IN VENICE
Dal 9 al 12 Settembre a Venezia, unica data in Italia per un seminario imperdibile con il maestro Famoudou Konatè
Info e contatti: www.djembe.it
IN VIAGGIO VERSO IL MONDO DIETRO IL SOLE
per cui né alba né tramonto possono più indicare non solo la meta, ma neppure la direzione
Il primo grande festival dedicato al recupero e alla valorizzazione della musica popolare pugliese, di maggior qualità e tra i più apprezzati a livello nazionale, quest’anno vi propone un Viaggio, una sorta di Odissea dove non c’è un'Itaca che fa di ogni luogo una semplice tappa sulla via del ritorno, ma un Odissea come ripresa del viaggio, come tappa del successivo andare.
Abbiamo pensato al viaggio per indurre una riflessione sugli anni che stiamo vivendo, i quali hanno visto lo sfaldarsi di una geografia stabile, e insieme hanno accennato a quel processo migratorio che confonderà i confini dei territori a cui faceva riferimento la nostra identità.
Usi, consumi e culture si contaminano e se “morale” o “etica” vuol dire costume, è possibile ipotizzare la fine delle nostre etiche fondate sulla nozione di proprietà, territorio e confine a favore di un'etica che, dissolvendo recinti e certezze, va configurandosi come un'etica del viaggiatore, che non si appella al diritto, ma all'esperienza, perché, a differenza dell'uomo del territorio che ha la sua certezza nella proprietà e nel confine, il viaggiatore non può vivere, senza elaborare la diversità dell'esperienza, cercando il centro non nel reticolato dei confini, ma in quei due poli che Kant indicava nell'anima e nel cielo stellato che per ogni viaggiatore hanno sempre costituito gli estremi dell'arco in cui si esprime la vita in tensione.
Fine dell'uomo come lo abbiamo conosciuto sotto il rivestimento della proprietà, del confine e della legge, e nascita di quell'uomo più difficile da collocare, perché viaggiatore inarrestabile, in uno spazio che non è garantito neppure dall'aristotelico "cielo delle stelle fisse", perché anche questo cielo è tramontato per noi. E con il cielo la terra, perché non è più terra di protezione e luogo di riparo.
In questo nostro viaggio tra tempi diversi, luoghi curiosi e personaggi anche fantastici e bizzarri pensiamo a noi stessi secondo quell’"etica del viandante" che ci indica Galimberti: la capacità di Ulisse di prendere le decisioni secondo le situazioni e le prove che man mano deve affrontare, memore della lezione greca del “conosci te stesso”, cioè conoscere prima di tutto le proprie potenzialità e limiti, per non oltrepassarli, per trovare sempre la giusta misura.
Email: | info@justearthmusic.com |
Web: | http://www.justearthmusic.com |
País: | Italia |
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.
The birth of the Parafusions music duo is due to the lucky encounter of two crazy but great musicians and friends, David Papaleo (guitar and vocals) and Andy Vazul (harmonica, flute and vocals). One represents paranoia and the other confusion, although it is not clear who does what and it is not even important. Each of their songs is a parafusion and the collection of all these songs led them to call the band Parafusions. Both of them grew up with and played the blues, but neither of them could stay locked inside the confines of the ancient black genre, and so they decided to shatter those confines. And so Parafusions became a fusion of genres without borders. The music is mainly based on blues and jazz; however they can easily turn to Balkan rhythms, flamenco melodies, Arabic scales, Django gypsy-style and any kind of ethno roots. Certainly David tinted the music with the Mediterranean colors of Italy while Vazul added the melancholic tones of traditional Hungarian music. In other words Parafusions play ethno-blues. Though the two musicians are totally parafused together, they are definitely also looped together. Andy and David both use a loop station, which helps create several layers of sound live in front of the audience, giving the impression that there is a big band playing on the stage with many instruments with a sound that fills up the whole music hall. The Parafusions duo has two different repertoires. One includes their original instrumental songs and the musicians glide freely on the surface of the music while seamlessly melting into different genres. The other one includes traditional blues covers from greats like Albert King, Albert Collins, Jimi Hendrix, Muddy Waters, Stevie Ray Vaughn, Janis Joplin, Eric Clapton, Creedence Clearwater Revival, Troyce Key, JJ Malone, etc. At Parafusions concerts, both musicians grab the mikes and sing. However, as one does not exist without the other, most commonly their performances mix songs from both repertoires.
The birth of the Parafusions music duo is due to the lucky encounter of two crazy but great musicians and friends, David Papaleo (guitar and vocals) and Andy Vazul (harmonica, flute and vocals). One represents paranoia and the other confusion, although it is not clear who does what and it is not even important. Each of their songs is a parafusion and the collection of all these songs led them to call the band Parafusions. Both of them grew up with and played the blues, but neither of them could stay locked inside the confines of the ancient black genre, and so they decided to shatter those confines. And so Parafusions became a fusion of genres without borders. The music is mainly based on blues and jazz; however they can easily turn to Balkan rhythms, flamenco melodies, Arabic scales, Django gypsy-style and any kind of ethno roots. Certainly David tinted the music with the Mediterranean colors of Italy while Vazul added the melancholic tones of traditional Hungarian music. In other words Parafusions play ethno-blues. Though the two musicians are totally parafused together, they are definitely also looped together. Andy and David both use a loop station, which helps create several layers of sound live in front of the audience, giving the impression that there is a big band playing on the stage with many instruments with a sound that fills up the whole music hall. The Parafusions duo has two different repertoires. One includes their original instrumental songs and the musicians glide freely on the surface of the music while seamlessly melting into different genres. The other one includes traditional blues covers from greats like Albert King, Albert Collins, Jimi Hendrix, Muddy Waters, Stevie Ray Vaughn, Janis Joplin, Eric Clapton, Creedence Clearwater Revival, Troyce Key, JJ Malone, etc. At Parafusions concerts, both musicians grab the mikes and sing. However, as one does not exist without the other, most commonly their performances mix songs from both repertoires.
Drink to Me è una band composta da 3 giovani torinesi che nasce nel autunno del 2002. Tra il 2003 e il 2005 registrano 4 EP pubblicati con StuproBrucio Records, la propria etticheta, e si esibiscono in una serie di folgoranti live show con luci stroboscopiche e chitarre affilate come rasoi rugginosi. Dopo questo lavoro intensivo, a settembre del 2005 ricevono una buona notizia: la MIDFINGER RECORDS propone loro la realizazione di un full-lenght. Esce così nel 2008 "Don´t Panic, Go Organic", missato da Andy Savours (assistente di Alan Moulder, e al mixer per Blonde Redhead, Yeah Yeah Yeahs, The Horrors, The Killers…), disco che riceve una pioggia di recensioni entusiastiche da parte della stampa. Il resto si scrive nei live, che li stanno portando in giro per tutta l’Italia (Torino, Venezia, Milano, Palermo, Catania, Bologna, Napoli, Firenze, Roma tra le principali città toccate. Finalmente tra una pausa di un anno in cui scrivono i brani nuovi, i Drink to Me registrano il secondo lavoro titolato "Brazil", in uscita il 13 marzo del 2010 sotto la Unhip Records. Il disco è più maturo e coeso rispetto al precedente, e le tastiere conferiscono un 'sound' particolare che oscilla tra il pop tedesco, il post-punk e il minimalismo. Attualmente si trovano in giro presentando "Brazil" in tutta la geografia italiana (per più info guardare le date dei concerti su http://www.myspace.com/drinktomeband).
Half a Bee's è la storia di api operaie operose,fantomatica metafora di un microcosmo perfetto. Lo spettacolo svela il punto di vista delle nostre madrine Api in stile tragicomico e melodrammatico. Nel succedersi dei quadri scenici, la musica, voce unica narrante, tesse una trama scoppiettante di paradossi dal mondo femminile, destabilizati da ronzii fastidiosi e una sagace ironia. Le Api ,in frenetico movimento nomade ,maestre di pragmatismo, raccontano di nuove possibili forme di azione. Half a Bee's è uno sguardo dal microcosmo perfetto delle Api, per vedere il mondo con altri occhi e captare nuove sfumature di colori accesi.
Half a Bee's è la storia di api operaie operose,fantomatica metafora di un microcosmo perfetto. Lo spettacolo svela il punto di vista delle nostre madrine Api in stile tragicomico e melodrammatico. Nel succedersi dei quadri scenici, la musica, voce unica narrante, tesse una trama scoppiettante di paradossi dal mondo femminile, destabilizati da ronzii fastidiosi e una sagace ironia. Le Api ,in frenetico movimento nomade ,maestre di pragmatismo, raccontano di nuove possibili forme di azione. Half a Bee's è uno sguardo dal microcosmo perfetto delle Api, per vedere il mondo con altri occhi e captare nuove sfumature di colori accesi.
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.
Drink to Me è una band composta da 3 giovani torinesi che nasce nel autunno del 2002. Tra il 2003 e il 2005 registrano 4 EP pubblicati con StuproBrucio Records, la propria etticheta, e si esibiscono in una serie di folgoranti live show con luci stroboscopiche e chitarre affilate come rasoi rugginosi. Dopo questo lavoro intensivo, a settembre del 2005 ricevono una buona notizia: la MIDFINGER RECORDS propone loro la realizazione di un full-lenght. Esce così nel 2008 "Don´t Panic, Go Organic", missato da Andy Savours (assistente di Alan Moulder, e al mixer per Blonde Redhead, Yeah Yeah Yeahs, The Horrors, The Killers…), disco che riceve una pioggia di recensioni entusiastiche da parte della stampa. Il resto si scrive nei live, che li stanno portando in giro per tutta l’Italia (Torino, Venezia, Milano, Palermo, Catania, Bologna, Napoli, Firenze, Roma tra le principali città toccate. Finalmente tra una pausa di un anno in cui scrivono i brani nuovi, i Drink to Me registrano il secondo lavoro titolato "Brazil", in uscita il 13 marzo del 2010 sotto la Unhip Records. Il disco è più maturo e coeso rispetto al precedente, e le tastiere conferiscono un 'sound' particolare che oscilla tra il pop tedesco, il post-punk e il minimalismo. Attualmente si trovano in giro presentando "Brazil" in tutta la geografia italiana (per più info guardare le date dei concerti su http://www.myspace.com/drinktomeband).
Drink to Me è una band composta da 3 giovani torinesi che nasce nel autunno del 2002. Tra il 2003 e il 2005 registrano 4 EP pubblicati con StuproBrucio Records, la propria etticheta, e si esibiscono in una serie di folgoranti live show con luci stroboscopiche e chitarre affilate come rasoi rugginosi. Dopo questo lavoro intensivo, a settembre del 2005 ricevono una buona notizia: la MIDFINGER RECORDS propone loro la realizazione di un full-lenght. Esce così nel 2008 "Don´t Panic, Go Organic", missato da Andy Savours (assistente di Alan Moulder, e al mixer per Blonde Redhead, Yeah Yeah Yeahs, The Horrors, The Killers…), disco che riceve una pioggia di recensioni entusiastiche da parte della stampa. Il resto si scrive nei live, che li stanno portando in giro per tutta l’Italia (Torino, Venezia, Milano, Palermo, Catania, Bologna, Napoli, Firenze, Roma tra le principali città toccate. Finalmente tra una pausa di un anno in cui scrivono i brani nuovi, i Drink to Me registrano il secondo lavoro titolato "Brazil", in uscita il 13 marzo del 2010 sotto la Unhip Records. Il disco è più maturo e coeso rispetto al precedente, e le tastiere conferiscono un 'sound' particolare che oscilla tra il pop tedesco, il post-punk e il minimalismo. Attualmente si trovano in giro presentando "Brazil" in tutta la geografia italiana (per più info guardare le date dei concerti su http://www.myspace.com/drinktomeband).
"I Fugazi che rifanno la colonna sonora del Rocky Horror Picture Show in versione revolt-proletaria. Un Dracula elegantissimo e situazionista che suona le pianole degli At The Drive In con i denti ancora sporchi di sangue. Dicono Depeche Mode ma sembrano Arab On Radar molto più cattivi. E fuori brucia Parigi brucia New York brucia Londra brucia Tokyo. Horror-scream-core in chiave rocknroll. Ferocemente indie, drasticamente Death Of Anna Karina. A 3 anni di distanza dall'omonimo cd d'esordio, questo 'New Liberalistic Pleasure' è un passo in avanti siderale. Nessuna sbandata pop o miope chiusura avantgarde, al contrario si serrano le fila e si intensifica il fuoco. Nessuna trincea che resiste a quelle pianole suonate così. Nessuna paura residua spazzata via da una sezione ritmica basso batteria ad orologeria e da chitarre che sono praticamente 2 rasoi usati con la precisione del killer clinicamente e irrimediabilmente pazzo. Alza il volume e spingi play e lasciati circolare questo disco nelle vene. Ogni vampiro che verrà dopo a succhiarti il sangue sarà strafatto di adrenalina e non potrà fare a meno di agitare la testa e saltare (e poi fuggire via terrorizzato). E non è mica Emo. Ma è 100% Core. Nel senso di cuore che batte (X te, X te, X te. Cioè XXX). Di un post-romanticismo schizzato e disperatamente insensato, percorso da una nevrosi che scorre sotto allucinata come alcuni incubi che – per assurdo - vorresti non finissero mai (e quando finiscono si trasfigurano in qualcosa di epico – ascoltate l'ultima traccia interamente strumentale del cd e vi farete un'idea di cosa si sta dicendo). Impossibile trovare una track sbagliata o 'debole'. Peso specifico dell'intero album: il mercurio. Artwork grafico impeccabile (Greta/Heartfelt), registrazione tagliente e brillante come un lampadario di cristalli (Giulio Favero). La Scena al completo sentitamente si commuove si agita si danna l'anima si inorgoglisce per questo che è insieme gioiello, spaccato e – perchè no - manifesto d'intenti. Miglior (chi ha detto nuovo?) gruppo del momento. Dopo Disco Drive e Settlefish, altro centro pieno per la Unhip".
Recensione tratta da Rockit.it sul disco 'New Liberalistic Pleasure'
Il Bravo e' senza dubbio uno dei locali di riferimento per chi ama la musica dal vivo e l'intrattenimento di qualita' a Bologna e in Regione. Nel corso degli ultimi anni si e' consolidata la sua fama di live club e al jazz si sono affiancati tutti gli altri generi: funk, soul, gospel, rock....spulciando le rassegne dei migliori club italiani ed europei incontrerete molti artisti che abbiamo ospitato o che ospiteremo in futuro. Nel weekend la musica d'ascolto lascia spazio a concerti d'intrattenimento. Bravo Caffe'....uno spazio di qualita' nel centro di Bologna....il piccolo Red Note della citta'.
Il Bravo e' senza dubbio uno dei locali di riferimento per chi ama la musica dal vivo e l'intrattenimento di qualita' a Bologna e in Regione. Nel corso degli ultimi anni si e' consolidata la sua fama di live club e al jazz si sono affiancati tutti gli altri generi: funk, soul, gospel, rock....spulciando le rassegne dei migliori club italiani ed europei incontrerete molti artisti che abbiamo ospitato o che ospiteremo in futuro. Nel weekend la musica d'ascolto lascia spazio a concerti d'intrattenimento. Bravo Caffe'....uno spazio di qualita' nel centro di Bologna....il piccolo Red Note della citta'.
Il Bravo e' senza dubbio uno dei locali di riferimento per chi ama la musica dal vivo e l'intrattenimento di qualita' a Bologna e in Regione. Nel corso degli ultimi anni si e' consolidata la sua fama di live club e al jazz si sono affiancati tutti gli altri generi: funk, soul, gospel, rock....spulciando le rassegne dei migliori club italiani ed europei incontrerete molti artisti che abbiamo ospitato o che ospiteremo in futuro. Nel weekend la musica d'ascolto lascia spazio a concerti d'intrattenimento. Bravo Caffe'....uno spazio di qualita' nel centro di Bologna....il piccolo Red Note della citta'.
Il Bravo e' senza dubbio uno dei locali di riferimento per chi ama la musica dal vivo e l'intrattenimento di qualita' a Bologna e in Regione. Nel corso degli ultimi anni si e' consolidata la sua fama di live club e al jazz si sono affiancati tutti gli altri generi: funk, soul, gospel, rock....spulciando le rassegne dei migliori club italiani ed europei incontrerete molti artisti che abbiamo ospitato o che ospiteremo in futuro. Nel weekend la musica d'ascolto lascia spazio a concerti d'intrattenimento. Bravo Caffe'....uno spazio di qualita' nel centro di Bologna....il piccolo Red Note della citta'.
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.
Half a Bee's è la storia di api operaie operose,fantomatica metafora di un microcosmo perfetto. Lo spettacolo svela il punto di vista delle nostre madrine Api in stile tragicomico e melodrammatico. Nel succedersi dei quadri scenici, la musica, voce unica narrante, tesse una trama scoppiettante di paradossi dal mondo femminile, destabilizati da ronzii fastidiosi e una sagace ironia. Le Api ,in frenetico movimento nomade ,maestre di pragmatismo, raccontano di nuove possibili forme di azione. Half a Bee's è uno sguardo dal microcosmo perfetto delle Api, per vedere il mondo con altri occhi e captare nuove sfumature di colori accesi.
"I Fugazi che rifanno la colonna sonora del Rocky Horror Picture Show in versione revolt-proletaria. Un Dracula elegantissimo e situazionista che suona le pianole degli At The Drive In con i denti ancora sporchi di sangue. Dicono Depeche Mode ma sembrano Arab On Radar molto più cattivi. E fuori brucia Parigi brucia New York brucia Londra brucia Tokyo. Horror-scream-core in chiave rocknroll. Ferocemente indie, drasticamente Death Of Anna Karina. A 3 anni di distanza dall'omonimo cd d'esordio, questo 'New Liberalistic Pleasure' è un passo in avanti siderale. Nessuna sbandata pop o miope chiusura avantgarde, al contrario si serrano le fila e si intensifica il fuoco. Nessuna trincea che resiste a quelle pianole suonate così. Nessuna paura residua spazzata via da una sezione ritmica basso batteria ad orologeria e da chitarre che sono praticamente 2 rasoi usati con la precisione del killer clinicamente e irrimediabilmente pazzo. Alza il volume e spingi play e lasciati circolare questo disco nelle vene. Ogni vampiro che verrà dopo a succhiarti il sangue sarà strafatto di adrenalina e non potrà fare a meno di agitare la testa e saltare (e poi fuggire via terrorizzato). E non è mica Emo. Ma è 100% Core. Nel senso di cuore che batte (X te, X te, X te. Cioè XXX). Di un post-romanticismo schizzato e disperatamente insensato, percorso da una nevrosi che scorre sotto allucinata come alcuni incubi che – per assurdo - vorresti non finissero mai (e quando finiscono si trasfigurano in qualcosa di epico – ascoltate l'ultima traccia interamente strumentale del cd e vi farete un'idea di cosa si sta dicendo). Impossibile trovare una track sbagliata o 'debole'. Peso specifico dell'intero album: il mercurio. Artwork grafico impeccabile (Greta/Heartfelt), registrazione tagliente e brillante come un lampadario di cristalli (Giulio Favero). La Scena al completo sentitamente si commuove si agita si danna l'anima si inorgoglisce per questo che è insieme gioiello, spaccato e – perchè no - manifesto d'intenti. Miglior (chi ha detto nuovo?) gruppo del momento. Dopo Disco Drive e Settlefish, altro centro pieno per la Unhip".
Recensione tratta da Rockit.it sul disco 'New Liberalistic Pleasure'
Il Bravo e' senza dubbio uno dei locali di riferimento per chi ama la musica dal vivo e l'intrattenimento di qualita' a Bologna e in Regione. Nel corso degli ultimi anni si e' consolidata la sua fama di live club e al jazz si sono affiancati tutti gli altri generi: funk, soul, gospel, rock....spulciando le rassegne dei migliori club italiani ed europei incontrerete molti artisti che abbiamo ospitato o che ospiteremo in futuro. Nel weekend la musica d'ascolto lascia spazio a concerti d'intrattenimento. Bravo Caffe'....uno spazio di qualita' nel centro di Bologna....il piccolo Red Note della citta'.
Drink to Me è una band composta da 3 giovani torinesi che nasce nel autunno del 2002. Tra il 2003 e il 2005 registrano 4 EP pubblicati con StuproBrucio Records, la propria etticheta, e si esibiscono in una serie di folgoranti live show con luci stroboscopiche e chitarre affilate come rasoi rugginosi. Dopo questo lavoro intensivo, a settembre del 2005 ricevono una buona notizia: la MIDFINGER RECORDS propone loro la realizazione di un full-lenght. Esce così nel 2008 "Don´t Panic, Go Organic", missato da Andy Savours (assistente di Alan Moulder, e al mixer per Blonde Redhead, Yeah Yeah Yeahs, The Horrors, The Killers…), disco che riceve una pioggia di recensioni entusiastiche da parte della stampa. Il resto si scrive nei live, che li stanno portando in giro per tutta l’Italia (Torino, Venezia, Milano, Palermo, Catania, Bologna, Napoli, Firenze, Roma tra le principali città toccate. Finalmente tra una pausa di un anno in cui scrivono i brani nuovi, i Drink to Me registrano il secondo lavoro titolato "Brazil", in uscita il 13 marzo del 2010 sotto la Unhip Records. Il disco è più maturo e coeso rispetto al precedente, e le tastiere conferiscono un 'sound' particolare che oscilla tra il pop tedesco, il post-punk e il minimalismo. Attualmente si trovano in giro presentando "Brazil" in tutta la geografia italiana (per più info guardare le date dei concerti su http://www.myspace.com/drinktomeband).
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.