Arteria è un progetto che si propone di aprire degli spazi di partecipazione, interazione sociale e promozione culturale e artistica.
Il locale in vicolo Broglio a Bologna ha le caratteristiche architettoniche ideali per sviluppare un progetto multiculturale trasversale rispetto alle diverse espressioni artistiche, avvalendosi di tutti gli strumenti della comunicazione.
Le pietre antiche di un palazzo millenario entrano a far parte della scenografia globale di uno spazio che fa dell’interazione di natura e tecnologia la sua caratteristica principale.
Arteria diventa così palcoscenico di concerti dal vivo, dj set, spettacoli teatrali e di danza, mostre e installazioni, proiezioni e rassegne cinematografiche, eventi letterari, culturali e sociali. Si candida quale punto di riferimento per gli artisti e per chiunque sia interessato all’arte nelle sue molteplici forme o a un intrattenimento con contenuti culturali.
Arterìa come un laboratorio d’arte, Arteria come grande via di comunicazione, scorrimento di ossigeno e nutrimento di contenuti e idee. Luogo in cui partecipare ad un evento, assistere ad uno spettacolo, leggere un libro o navigare wi-fi, rilassarsi o incontrarsi con la possibilità di allietare il palato degustando buon vino e birra nonché diverse specialità gastronomiche.
Il locale si articola in più spazi multifunzionali: sala “Sinus” con bar, zona ristoro e palco, sala “Cor” con area espositiva, lettura e relax, più spazio internet e informazione, sala “Pes” con area disco,.
L’impianto audio-video e l’illuminotecnica sono strutturati in maniera da poter rendere indipendenti le sale, permettere l’interazione fra iniziative simultanee o consentire di realizzare un unico evento organico in cui multiformi espressioni artistiche trovino lo spazio ideale per essere rappresentate.
L’allestimento e l’arredamento sono concepiti secondo criteri di un’architettura sostenibile, con l’utilizzo di materiali ecocompatibili: intonaci e rivestimenti sono realizzati interamente in terra cruda, le pitture e i trattamenti sono naturali, in linea con la politica di rispetto dell’ambiente e dell'uomo.
Arteria si propone di offrire stimoli, qualità e possibilità di interazione, così da coinvolgere un pubblico eterogeneo in un progetto di rivitalizzazione culturale e sociale della città.
Il Bravo e' senza dubbio uno dei locali di riferimento per chi ama la musica dal vivo e l'intrattenimento di qualita' a Bologna e in Regione. Nel corso degli ultimi anni si e' consolidata la sua fama di live club e al jazz si sono affiancati tutti gli altri generi: funk, soul, gospel, rock....spulciando le rassegne dei migliori club italiani ed europei incontrerete molti artisti che abbiamo ospitato o che ospiteremo in futuro. Nel weekend la musica d'ascolto lascia spazio a concerti d'intrattenimento. Bravo Caffe'....uno spazio di qualita' nel centro di Bologna....il piccolo Red Note della citta'.
"I Fugazi che rifanno la colonna sonora del Rocky Horror Picture Show in versione revolt-proletaria. Un Dracula elegantissimo e situazionista che suona le pianole degli At The Drive In con i denti ancora sporchi di sangue. Dicono Depeche Mode ma sembrano Arab On Radar molto più cattivi. E fuori brucia Parigi brucia New York brucia Londra brucia Tokyo. Horror-scream-core in chiave rocknroll. Ferocemente indie, drasticamente Death Of Anna Karina. A 3 anni di distanza dall'omonimo cd d'esordio, questo 'New Liberalistic Pleasure' è un passo in avanti siderale. Nessuna sbandata pop o miope chiusura avantgarde, al contrario si serrano le fila e si intensifica il fuoco. Nessuna trincea che resiste a quelle pianole suonate così. Nessuna paura residua spazzata via da una sezione ritmica basso batteria ad orologeria e da chitarre che sono praticamente 2 rasoi usati con la precisione del killer clinicamente e irrimediabilmente pazzo. Alza il volume e spingi play e lasciati circolare questo disco nelle vene. Ogni vampiro che verrà dopo a succhiarti il sangue sarà strafatto di adrenalina e non potrà fare a meno di agitare la testa e saltare (e poi fuggire via terrorizzato). E non è mica Emo. Ma è 100% Core. Nel senso di cuore che batte (X te, X te, X te. Cioè XXX). Di un post-romanticismo schizzato e disperatamente insensato, percorso da una nevrosi che scorre sotto allucinata come alcuni incubi che – per assurdo - vorresti non finissero mai (e quando finiscono si trasfigurano in qualcosa di epico – ascoltate l'ultima traccia interamente strumentale del cd e vi farete un'idea di cosa si sta dicendo). Impossibile trovare una track sbagliata o 'debole'. Peso specifico dell'intero album: il mercurio. Artwork grafico impeccabile (Greta/Heartfelt), registrazione tagliente e brillante come un lampadario di cristalli (Giulio Favero). La Scena al completo sentitamente si commuove si agita si danna l'anima si inorgoglisce per questo che è insieme gioiello, spaccato e – perchè no - manifesto d'intenti. Miglior (chi ha detto nuovo?) gruppo del momento. Dopo Disco Drive e Settlefish, altro centro pieno per la Unhip".
Recensione tratta da Rockit.it sul disco 'New Liberalistic Pleasure'
Drink to Me è una band composta da 3 giovani torinesi che nasce nel autunno del 2002. Tra il 2003 e il 2005 registrano 4 EP pubblicati con StuproBrucio Records, la propria etticheta, e si esibiscono in una serie di folgoranti live show con luci stroboscopiche e chitarre affilate come rasoi rugginosi. Dopo questo lavoro intensivo, a settembre del 2005 ricevono una buona notizia: la MIDFINGER RECORDS propone loro la realizazione di un full-lenght. Esce così nel 2008 "Don´t Panic, Go Organic", missato da Andy Savours (assistente di Alan Moulder, e al mixer per Blonde Redhead, Yeah Yeah Yeahs, The Horrors, The Killers…), disco che riceve una pioggia di recensioni entusiastiche da parte della stampa. Il resto si scrive nei live, che li stanno portando in giro per tutta l’Italia (Torino, Venezia, Milano, Palermo, Catania, Bologna, Napoli, Firenze, Roma tra le principali città toccate. Finalmente tra una pausa di un anno in cui scrivono i brani nuovi, i Drink to Me registrano il secondo lavoro titolato "Brazil", in uscita il 13 marzo del 2010 sotto la Unhip Records. Il disco è più maturo e coeso rispetto al precedente, e le tastiere conferiscono un 'sound' particolare che oscilla tra il pop tedesco, il post-punk e il minimalismo. Attualmente si trovano in giro presentando "Brazil" in tutta la geografia italiana (per più info guardare le date dei concerti su http://www.myspace.com/drinktomeband).
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.
Half a Bee's è la storia di api operaie operose,fantomatica metafora di un microcosmo perfetto. Lo spettacolo svela il punto di vista delle nostre madrine Api in stile tragicomico e melodrammatico. Nel succedersi dei quadri scenici, la musica, voce unica narrante, tesse una trama scoppiettante di paradossi dal mondo femminile, destabilizati da ronzii fastidiosi e una sagace ironia. Le Api ,in frenetico movimento nomade ,maestre di pragmatismo, raccontano di nuove possibili forme di azione. Half a Bee's è uno sguardo dal microcosmo perfetto delle Api, per vedere il mondo con altri occhi e captare nuove sfumature di colori accesi.
Max Messina nasce a Bologna il 03/05/1982. Studia per 6 anni violino con il Maestro Ugo Mantiglia, prendendo parte come “primo violino” ad un orchestra con la quale suonerà per cinque anni. Contemporaneamente al violino, studia Batteria da autodidatta per alcuni anni.
Nel 1996 abbandona il violino per dedicarsi a tempo pieno alla batteria. Nello stesso anno conosce Tommaso Stanzani, con il quale scambia esperienze, idee e gusti musicali. Dai due nascono gli HORIZONS, con i quali scriverà un pezzo di storia personale che ancora oggi lo caratterizza.
Dal 2005 studia alla Music Academy 2000 di Bologna con Bruno Farinelli e Filippo Mignatti, due splendidi insegnanti, dai quali apprende tecnica e decisione.
Nel 2006, con Michele Turchi e il doctorStudios di Bologna, prendende parte a vari progetti e comincia a registrare parti di batteria per svariati artisti del panorama musicale Italiano.
HA SUONATO e COLLABORATO CON:
HORIZONS
VINCENZO PASTANO
MAURO PATELLI
DANIELE CHIEFA
FEDERICO POGGIPOLLINI
GIOVANNI MARINELLI
LOGAN (Martina Torreggiani)
ELEONORA MAZZOTTI
PULP DOGS
MASSIMILIANO MARTINES
PAOLO LA GANGA
RADIOVIRGINIA
ONLY WOMAN
ZHENA
QUASAR
CISKY
MANTRIKA
ANTHERA
ANTONELLO GRECO
LEONARDO SERASINI
ALESSIA IPPOLITI
SILVIA FALI
MICHELE TURCHI
ANDREA PAGANI
STEFANO DICHIO
PROGETTI ATTUALI:
HORIZONS (La Fuente Records, Milano). [www.horizonsband.com].
LOGAN - Batterista ufficiale della band di Martina Torreggiani per la registrazione e la presentazione LIVE di "Al di la", il primo Album da solista della cantante [www.myspace.com/martinatorreggiani].
VINCENZO PASTANO (Ultra Tempo, Milano) - In sostituzione ad IVANO ZANOTTI per il "Compro Verità Tour" [www.vincenzopastano.com - www.myspace.com/vincenzopastano]
GIOVANNI MARINELLI - Registra "ISTERIA", il primo Album da solista del cantante pugliese, in uscita il 15 Maggio'09. Segue il tour di presentazione. [www.myspace.com/giovannimarinelli].
MASSIMILIANO MARTINES - Presentazione di "FROTTOLE", il primo cd dell'attore/scrittore di Lecce. [www.myspace.com/massimilianomartines].
RADIORAPTUS - Tributo a LIGABUE [www.myspace.com/zhenatribute]
VERTIGO - Tributo agli U2
Jazz-tribute a MINA Minavagante nasce a Bologna nel 2005 come progetto musicale in omaggio alla grande ed inimitabile Mina. Un'eclettica ed accurata selezione dei migliori frammenti di Musica da lei interpretati, che spazia dagli innumerevoli brani per lei appositamente scritti alle tante canzoni di Battisti/Mogol da lei reimpreziosite, dalle sue collaborazioni artistiche con figure come De Andrè o Celentano agli standards d'oltreoceano con cui frequentemente le piaceva misurarsi. Alla base del progetto, un attento e costante riarrangiamento musicale, volto ad estrapolare, da una così vasta e varia produzione artistica, una sonorità originale ed omogenea, a cavallo tra il jazz e la bossa-nova, il latin ed il lounge, senza dimenticare la dimensione fondamentalmente pop-cantautorale dell'artista omaggiata. La notorietà del repertorio, combinata alla delicata rielaborazione delle sonorità, genera un raffinato ensemble in grado di adattarsi a disparati ambienti e situazioni, come dimostra l'attività live del gruppo: dagli aperitivi (Blue Inn, Balmoral, Bar Sole), alle cene (Tittopappabumba, Spago 3, Locanda del Castello, Trattoria San Chierlo, Molo TreZero), alle rassegne musicali (Altro Cafè di Imola, Villa Ducale di Parma, Grizzana in Festa, Ambo Night Fever), agli eventi privati (conferenza di Eikon Communication alla Banca di Cento, festa privata al Resident Michelangelo di Ferrara, diversi matrimoni e ricevimenti in residenze private), ecc…. Formazione: Michela Pedrini /voce Giorgio Santisi /basso Antonio Amabile /pianoforte Christian Rovatti /batteria
The birth of the Parafusions music duo is due to the lucky encounter of two crazy but great musicians and friends, David Papaleo (guitar and vocals) and Andy Vazul (harmonica, flute and vocals). One represents paranoia and the other confusion, although it is not clear who does what and it is not even important. Each of their songs is a parafusion and the collection of all these songs led them to call the band Parafusions. Both of them grew up with and played the blues, but neither of them could stay locked inside the confines of the ancient black genre, and so they decided to shatter those confines. And so Parafusions became a fusion of genres without borders. The music is mainly based on blues and jazz; however they can easily turn to Balkan rhythms, flamenco melodies, Arabic scales, Django gypsy-style and any kind of ethno roots. Certainly David tinted the music with the Mediterranean colors of Italy while Vazul added the melancholic tones of traditional Hungarian music. In other words Parafusions play ethno-blues. Though the two musicians are totally parafused together, they are definitely also looped together. Andy and David both use a loop station, which helps create several layers of sound live in front of the audience, giving the impression that there is a big band playing on the stage with many instruments with a sound that fills up the whole music hall. The Parafusions duo has two different repertoires. One includes their original instrumental songs and the musicians glide freely on the surface of the music while seamlessly melting into different genres. The other one includes traditional blues covers from greats like Albert King, Albert Collins, Jimi Hendrix, Muddy Waters, Stevie Ray Vaughn, Janis Joplin, Eric Clapton, Creedence Clearwater Revival, Troyce Key, JJ Malone, etc. At Parafusions concerts, both musicians grab the mikes and sing. However, as one does not exist without the other, most commonly their performances mix songs from both repertoires.
Estudio de grabacion y creacion musical
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.
The birth of the Parafusions music duo is due to the lucky encounter of two crazy but great musicians and friends, David Papaleo (guitar and vocals) and Andy Vazul (harmonica, flute and vocals). One represents paranoia and the other confusion, although it is not clear who does what and it is not even important. Each of their songs is a parafusion and the collection of all these songs led them to call the band Parafusions. Both of them grew up with and played the blues, but neither of them could stay locked inside the confines of the ancient black genre, and so they decided to shatter those confines. And so Parafusions became a fusion of genres without borders. The music is mainly based on blues and jazz; however they can easily turn to Balkan rhythms, flamenco melodies, Arabic scales, Django gypsy-style and any kind of ethno roots. Certainly David tinted the music with the Mediterranean colors of Italy while Vazul added the melancholic tones of traditional Hungarian music. In other words Parafusions play ethno-blues. Though the two musicians are totally parafused together, they are definitely also looped together. Andy and David both use a loop station, which helps create several layers of sound live in front of the audience, giving the impression that there is a big band playing on the stage with many instruments with a sound that fills up the whole music hall. The Parafusions duo has two different repertoires. One includes their original instrumental songs and the musicians glide freely on the surface of the music while seamlessly melting into different genres. The other one includes traditional blues covers from greats like Albert King, Albert Collins, Jimi Hendrix, Muddy Waters, Stevie Ray Vaughn, Janis Joplin, Eric Clapton, Creedence Clearwater Revival, Troyce Key, JJ Malone, etc. At Parafusions concerts, both musicians grab the mikes and sing. However, as one does not exist without the other, most commonly their performances mix songs from both repertoires.
The birth of the Parafusions music duo is due to the lucky encounter of two crazy but great musicians and friends, David Papaleo (guitar and vocals) and Andy Vazul (harmonica, flute and vocals). One represents paranoia and the other confusion, although it is not clear who does what and it is not even important. Each of their songs is a parafusion and the collection of all these songs led them to call the band Parafusions. Both of them grew up with and played the blues, but neither of them could stay locked inside the confines of the ancient black genre, and so they decided to shatter those confines. And so Parafusions became a fusion of genres without borders. The music is mainly based on blues and jazz; however they can easily turn to Balkan rhythms, flamenco melodies, Arabic scales, Django gypsy-style and any kind of ethno roots. Certainly David tinted the music with the Mediterranean colors of Italy while Vazul added the melancholic tones of traditional Hungarian music. In other words Parafusions play ethno-blues. Though the two musicians are totally parafused together, they are definitely also looped together. Andy and David both use a loop station, which helps create several layers of sound live in front of the audience, giving the impression that there is a big band playing on the stage with many instruments with a sound that fills up the whole music hall. The Parafusions duo has two different repertoires. One includes their original instrumental songs and the musicians glide freely on the surface of the music while seamlessly melting into different genres. The other one includes traditional blues covers from greats like Albert King, Albert Collins, Jimi Hendrix, Muddy Waters, Stevie Ray Vaughn, Janis Joplin, Eric Clapton, Creedence Clearwater Revival, Troyce Key, JJ Malone, etc. At Parafusions concerts, both musicians grab the mikes and sing. However, as one does not exist without the other, most commonly their performances mix songs from both repertoires.
Drink to Me è una band composta da 3 giovani torinesi che nasce nel autunno del 2002. Tra il 2003 e il 2005 registrano 4 EP pubblicati con StuproBrucio Records, la propria etticheta, e si esibiscono in una serie di folgoranti live show con luci stroboscopiche e chitarre affilate come rasoi rugginosi. Dopo questo lavoro intensivo, a settembre del 2005 ricevono una buona notizia: la MIDFINGER RECORDS propone loro la realizazione di un full-lenght. Esce così nel 2008 "Don´t Panic, Go Organic", missato da Andy Savours (assistente di Alan Moulder, e al mixer per Blonde Redhead, Yeah Yeah Yeahs, The Horrors, The Killers…), disco che riceve una pioggia di recensioni entusiastiche da parte della stampa. Il resto si scrive nei live, che li stanno portando in giro per tutta l’Italia (Torino, Venezia, Milano, Palermo, Catania, Bologna, Napoli, Firenze, Roma tra le principali città toccate. Finalmente tra una pausa di un anno in cui scrivono i brani nuovi, i Drink to Me registrano il secondo lavoro titolato "Brazil", in uscita il 13 marzo del 2010 sotto la Unhip Records. Il disco è più maturo e coeso rispetto al precedente, e le tastiere conferiscono un 'sound' particolare che oscilla tra il pop tedesco, il post-punk e il minimalismo. Attualmente si trovano in giro presentando "Brazil" in tutta la geografia italiana (per più info guardare le date dei concerti su http://www.myspace.com/drinktomeband).
Half a Bee's è la storia di api operaie operose,fantomatica metafora di un microcosmo perfetto. Lo spettacolo svela il punto di vista delle nostre madrine Api in stile tragicomico e melodrammatico. Nel succedersi dei quadri scenici, la musica, voce unica narrante, tesse una trama scoppiettante di paradossi dal mondo femminile, destabilizati da ronzii fastidiosi e una sagace ironia. Le Api ,in frenetico movimento nomade ,maestre di pragmatismo, raccontano di nuove possibili forme di azione. Half a Bee's è uno sguardo dal microcosmo perfetto delle Api, per vedere il mondo con altri occhi e captare nuove sfumature di colori accesi.
Half a Bee's è la storia di api operaie operose,fantomatica metafora di un microcosmo perfetto. Lo spettacolo svela il punto di vista delle nostre madrine Api in stile tragicomico e melodrammatico. Nel succedersi dei quadri scenici, la musica, voce unica narrante, tesse una trama scoppiettante di paradossi dal mondo femminile, destabilizati da ronzii fastidiosi e una sagace ironia. Le Api ,in frenetico movimento nomade ,maestre di pragmatismo, raccontano di nuove possibili forme di azione. Half a Bee's è uno sguardo dal microcosmo perfetto delle Api, per vedere il mondo con altri occhi e captare nuove sfumature di colori accesi.
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.
Drink to Me è una band composta da 3 giovani torinesi che nasce nel autunno del 2002. Tra il 2003 e il 2005 registrano 4 EP pubblicati con StuproBrucio Records, la propria etticheta, e si esibiscono in una serie di folgoranti live show con luci stroboscopiche e chitarre affilate come rasoi rugginosi. Dopo questo lavoro intensivo, a settembre del 2005 ricevono una buona notizia: la MIDFINGER RECORDS propone loro la realizazione di un full-lenght. Esce così nel 2008 "Don´t Panic, Go Organic", missato da Andy Savours (assistente di Alan Moulder, e al mixer per Blonde Redhead, Yeah Yeah Yeahs, The Horrors, The Killers…), disco che riceve una pioggia di recensioni entusiastiche da parte della stampa. Il resto si scrive nei live, che li stanno portando in giro per tutta l’Italia (Torino, Venezia, Milano, Palermo, Catania, Bologna, Napoli, Firenze, Roma tra le principali città toccate. Finalmente tra una pausa di un anno in cui scrivono i brani nuovi, i Drink to Me registrano il secondo lavoro titolato "Brazil", in uscita il 13 marzo del 2010 sotto la Unhip Records. Il disco è più maturo e coeso rispetto al precedente, e le tastiere conferiscono un 'sound' particolare che oscilla tra il pop tedesco, il post-punk e il minimalismo. Attualmente si trovano in giro presentando "Brazil" in tutta la geografia italiana (per più info guardare le date dei concerti su http://www.myspace.com/drinktomeband).
Drink to Me è una band composta da 3 giovani torinesi che nasce nel autunno del 2002. Tra il 2003 e il 2005 registrano 4 EP pubblicati con StuproBrucio Records, la propria etticheta, e si esibiscono in una serie di folgoranti live show con luci stroboscopiche e chitarre affilate come rasoi rugginosi. Dopo questo lavoro intensivo, a settembre del 2005 ricevono una buona notizia: la MIDFINGER RECORDS propone loro la realizazione di un full-lenght. Esce così nel 2008 "Don´t Panic, Go Organic", missato da Andy Savours (assistente di Alan Moulder, e al mixer per Blonde Redhead, Yeah Yeah Yeahs, The Horrors, The Killers…), disco che riceve una pioggia di recensioni entusiastiche da parte della stampa. Il resto si scrive nei live, che li stanno portando in giro per tutta l’Italia (Torino, Venezia, Milano, Palermo, Catania, Bologna, Napoli, Firenze, Roma tra le principali città toccate. Finalmente tra una pausa di un anno in cui scrivono i brani nuovi, i Drink to Me registrano il secondo lavoro titolato "Brazil", in uscita il 13 marzo del 2010 sotto la Unhip Records. Il disco è più maturo e coeso rispetto al precedente, e le tastiere conferiscono un 'sound' particolare che oscilla tra il pop tedesco, il post-punk e il minimalismo. Attualmente si trovano in giro presentando "Brazil" in tutta la geografia italiana (per più info guardare le date dei concerti su http://www.myspace.com/drinktomeband).
"I Fugazi che rifanno la colonna sonora del Rocky Horror Picture Show in versione revolt-proletaria. Un Dracula elegantissimo e situazionista che suona le pianole degli At The Drive In con i denti ancora sporchi di sangue. Dicono Depeche Mode ma sembrano Arab On Radar molto più cattivi. E fuori brucia Parigi brucia New York brucia Londra brucia Tokyo. Horror-scream-core in chiave rocknroll. Ferocemente indie, drasticamente Death Of Anna Karina. A 3 anni di distanza dall'omonimo cd d'esordio, questo 'New Liberalistic Pleasure' è un passo in avanti siderale. Nessuna sbandata pop o miope chiusura avantgarde, al contrario si serrano le fila e si intensifica il fuoco. Nessuna trincea che resiste a quelle pianole suonate così. Nessuna paura residua spazzata via da una sezione ritmica basso batteria ad orologeria e da chitarre che sono praticamente 2 rasoi usati con la precisione del killer clinicamente e irrimediabilmente pazzo. Alza il volume e spingi play e lasciati circolare questo disco nelle vene. Ogni vampiro che verrà dopo a succhiarti il sangue sarà strafatto di adrenalina e non potrà fare a meno di agitare la testa e saltare (e poi fuggire via terrorizzato). E non è mica Emo. Ma è 100% Core. Nel senso di cuore che batte (X te, X te, X te. Cioè XXX). Di un post-romanticismo schizzato e disperatamente insensato, percorso da una nevrosi che scorre sotto allucinata come alcuni incubi che – per assurdo - vorresti non finissero mai (e quando finiscono si trasfigurano in qualcosa di epico – ascoltate l'ultima traccia interamente strumentale del cd e vi farete un'idea di cosa si sta dicendo). Impossibile trovare una track sbagliata o 'debole'. Peso specifico dell'intero album: il mercurio. Artwork grafico impeccabile (Greta/Heartfelt), registrazione tagliente e brillante come un lampadario di cristalli (Giulio Favero). La Scena al completo sentitamente si commuove si agita si danna l'anima si inorgoglisce per questo che è insieme gioiello, spaccato e – perchè no - manifesto d'intenti. Miglior (chi ha detto nuovo?) gruppo del momento. Dopo Disco Drive e Settlefish, altro centro pieno per la Unhip".
Recensione tratta da Rockit.it sul disco 'New Liberalistic Pleasure'
Il Bravo e' senza dubbio uno dei locali di riferimento per chi ama la musica dal vivo e l'intrattenimento di qualita' a Bologna e in Regione. Nel corso degli ultimi anni si e' consolidata la sua fama di live club e al jazz si sono affiancati tutti gli altri generi: funk, soul, gospel, rock....spulciando le rassegne dei migliori club italiani ed europei incontrerete molti artisti che abbiamo ospitato o che ospiteremo in futuro. Nel weekend la musica d'ascolto lascia spazio a concerti d'intrattenimento. Bravo Caffe'....uno spazio di qualita' nel centro di Bologna....il piccolo Red Note della citta'.
Il Bravo e' senza dubbio uno dei locali di riferimento per chi ama la musica dal vivo e l'intrattenimento di qualita' a Bologna e in Regione. Nel corso degli ultimi anni si e' consolidata la sua fama di live club e al jazz si sono affiancati tutti gli altri generi: funk, soul, gospel, rock....spulciando le rassegne dei migliori club italiani ed europei incontrerete molti artisti che abbiamo ospitato o che ospiteremo in futuro. Nel weekend la musica d'ascolto lascia spazio a concerti d'intrattenimento. Bravo Caffe'....uno spazio di qualita' nel centro di Bologna....il piccolo Red Note della citta'.
Il Bravo e' senza dubbio uno dei locali di riferimento per chi ama la musica dal vivo e l'intrattenimento di qualita' a Bologna e in Regione. Nel corso degli ultimi anni si e' consolidata la sua fama di live club e al jazz si sono affiancati tutti gli altri generi: funk, soul, gospel, rock....spulciando le rassegne dei migliori club italiani ed europei incontrerete molti artisti che abbiamo ospitato o che ospiteremo in futuro. Nel weekend la musica d'ascolto lascia spazio a concerti d'intrattenimento. Bravo Caffe'....uno spazio di qualita' nel centro di Bologna....il piccolo Red Note della citta'.
Il Bravo e' senza dubbio uno dei locali di riferimento per chi ama la musica dal vivo e l'intrattenimento di qualita' a Bologna e in Regione. Nel corso degli ultimi anni si e' consolidata la sua fama di live club e al jazz si sono affiancati tutti gli altri generi: funk, soul, gospel, rock....spulciando le rassegne dei migliori club italiani ed europei incontrerete molti artisti che abbiamo ospitato o che ospiteremo in futuro. Nel weekend la musica d'ascolto lascia spazio a concerti d'intrattenimento. Bravo Caffe'....uno spazio di qualita' nel centro di Bologna....il piccolo Red Note della citta'.
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.
Half a Bee's è la storia di api operaie operose,fantomatica metafora di un microcosmo perfetto. Lo spettacolo svela il punto di vista delle nostre madrine Api in stile tragicomico e melodrammatico. Nel succedersi dei quadri scenici, la musica, voce unica narrante, tesse una trama scoppiettante di paradossi dal mondo femminile, destabilizati da ronzii fastidiosi e una sagace ironia. Le Api ,in frenetico movimento nomade ,maestre di pragmatismo, raccontano di nuove possibili forme di azione. Half a Bee's è uno sguardo dal microcosmo perfetto delle Api, per vedere il mondo con altri occhi e captare nuove sfumature di colori accesi.
"I Fugazi che rifanno la colonna sonora del Rocky Horror Picture Show in versione revolt-proletaria. Un Dracula elegantissimo e situazionista che suona le pianole degli At The Drive In con i denti ancora sporchi di sangue. Dicono Depeche Mode ma sembrano Arab On Radar molto più cattivi. E fuori brucia Parigi brucia New York brucia Londra brucia Tokyo. Horror-scream-core in chiave rocknroll. Ferocemente indie, drasticamente Death Of Anna Karina. A 3 anni di distanza dall'omonimo cd d'esordio, questo 'New Liberalistic Pleasure' è un passo in avanti siderale. Nessuna sbandata pop o miope chiusura avantgarde, al contrario si serrano le fila e si intensifica il fuoco. Nessuna trincea che resiste a quelle pianole suonate così. Nessuna paura residua spazzata via da una sezione ritmica basso batteria ad orologeria e da chitarre che sono praticamente 2 rasoi usati con la precisione del killer clinicamente e irrimediabilmente pazzo. Alza il volume e spingi play e lasciati circolare questo disco nelle vene. Ogni vampiro che verrà dopo a succhiarti il sangue sarà strafatto di adrenalina e non potrà fare a meno di agitare la testa e saltare (e poi fuggire via terrorizzato). E non è mica Emo. Ma è 100% Core. Nel senso di cuore che batte (X te, X te, X te. Cioè XXX). Di un post-romanticismo schizzato e disperatamente insensato, percorso da una nevrosi che scorre sotto allucinata come alcuni incubi che – per assurdo - vorresti non finissero mai (e quando finiscono si trasfigurano in qualcosa di epico – ascoltate l'ultima traccia interamente strumentale del cd e vi farete un'idea di cosa si sta dicendo). Impossibile trovare una track sbagliata o 'debole'. Peso specifico dell'intero album: il mercurio. Artwork grafico impeccabile (Greta/Heartfelt), registrazione tagliente e brillante come un lampadario di cristalli (Giulio Favero). La Scena al completo sentitamente si commuove si agita si danna l'anima si inorgoglisce per questo che è insieme gioiello, spaccato e – perchè no - manifesto d'intenti. Miglior (chi ha detto nuovo?) gruppo del momento. Dopo Disco Drive e Settlefish, altro centro pieno per la Unhip".
Recensione tratta da Rockit.it sul disco 'New Liberalistic Pleasure'
Il Bravo e' senza dubbio uno dei locali di riferimento per chi ama la musica dal vivo e l'intrattenimento di qualita' a Bologna e in Regione. Nel corso degli ultimi anni si e' consolidata la sua fama di live club e al jazz si sono affiancati tutti gli altri generi: funk, soul, gospel, rock....spulciando le rassegne dei migliori club italiani ed europei incontrerete molti artisti che abbiamo ospitato o che ospiteremo in futuro. Nel weekend la musica d'ascolto lascia spazio a concerti d'intrattenimento. Bravo Caffe'....uno spazio di qualita' nel centro di Bologna....il piccolo Red Note della citta'.
Drink to Me è una band composta da 3 giovani torinesi che nasce nel autunno del 2002. Tra il 2003 e il 2005 registrano 4 EP pubblicati con StuproBrucio Records, la propria etticheta, e si esibiscono in una serie di folgoranti live show con luci stroboscopiche e chitarre affilate come rasoi rugginosi. Dopo questo lavoro intensivo, a settembre del 2005 ricevono una buona notizia: la MIDFINGER RECORDS propone loro la realizazione di un full-lenght. Esce così nel 2008 "Don´t Panic, Go Organic", missato da Andy Savours (assistente di Alan Moulder, e al mixer per Blonde Redhead, Yeah Yeah Yeahs, The Horrors, The Killers…), disco che riceve una pioggia di recensioni entusiastiche da parte della stampa. Il resto si scrive nei live, che li stanno portando in giro per tutta l’Italia (Torino, Venezia, Milano, Palermo, Catania, Bologna, Napoli, Firenze, Roma tra le principali città toccate. Finalmente tra una pausa di un anno in cui scrivono i brani nuovi, i Drink to Me registrano il secondo lavoro titolato "Brazil", in uscita il 13 marzo del 2010 sotto la Unhip Records. Il disco è più maturo e coeso rispetto al precedente, e le tastiere conferiscono un 'sound' particolare che oscilla tra il pop tedesco, il post-punk e il minimalismo. Attualmente si trovano in giro presentando "Brazil" in tutta la geografia italiana (per più info guardare le date dei concerti su http://www.myspace.com/drinktomeband).
Guglielmo Pagnozzi – sax, tastiere, voce Lazzaro Piccolo – chitarra elettrica Alex Trebo - clavinet, sinth Salvatore Lauriola – basso elettrico Gaetano Alfonsi – batteria Danilo Mineo – percussioni Musica da ascoltare e da ballare, miscela esplosiva di Funky, Afrofunk, Disco'70, Afrobeat e psichedelia, con un repertorio interamente dedicato all'energia e al ballo composto sia da brani originali che da "cover" di Manu Dibango, James Brown e Fela Kuti. Il concerto di VSC riporta il Funk e il Jazz all'originale matrice africana: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. A questo progetto hanno partecipato tra gli altri: Roy Paci, Gianluca Petrella, Billy Konatè, Sire Doumbouya.